Lo scorso weekend, dal sette al nove febbraio 2025, si è tenuto a Roma il GOGA FILM FEST alla Libreria Zalib, nel cuore di Roma a Trastevere. La kermesse, al suo primo giro di boa, ha avuto come focus il mondo del cortometraggio, con dieci opere in concorso e cinque fuori concorso. L’organizzazione, gestita dal Circolo Zalib e da Emanuela Bruschi, Rebecca Cervato, Aurora Dupaquier, Ilaria Ferretti, Luciano La Camera e Silvia Pezzopane, ha avuto come anfitrione, fil rouge analitico, il critico cinematografico Steve Della Casa.
L’appuntamento, dinamico e ricco di eventi, tra una proiezione e l’altra ha portato in dote masterclass, interviste ad autori emergenti, contenuti legati alla storia, alla memoria del cinema. A precedere la cerimonia di premiazione finale, c’è stato l’incontro con il pubblico di un’icona del cinema italiano, quella Ornella Muti che ha scritto pagine di storia diretta da registi e registe come Mario Monicelli, Marco Ferreri, Dino Risi, Francesca Archibugi, Carlo Verdone, Ettore Scola, Paolo Virzì.
Volendo citare alcuni passaggi contenutistici, la masterclass di Vinicio Marchioni si è concentrata sul tema della formazione, quel Coming of age nell’arte inquadrato nel perimetro dell’età adolescenziale. Partendo dal suo romanzo, Tre notti edito da Rizzoli, in cui il giovane protagonista vive un trauma che lo porterà a riconfigurare la sua esistenza sullo sfondo della periferia romana, l’attore ha raccontato il suo rapporto con il concetto di maschera e con i personaggi che interpreta o struttura con la scrittura.
È necessaria questa fase, ma un giorno spero che non si debba più sottolineare il genere di un determinato autore – Queste le parole della regista e sceneggiatrice Francesca Mazzoleni (Punta Sacra – Supersex) durante l’incontro che ha avuto, come focus tematico, lo sguardo autoriale femminile. La regista romana, tra le più talentuose del panorama cinematografico e televisivo italiano, ha raccontato e analizzato con il pubblico la sua metodologia di lavoro, le varie fasi che caratterizzano la scrittura e il suo rapporto con il capitale umano presente sul set.
Premiata come miglior cortometraggio, l’opera The Delay del regista Mattia Napoli, ci racconta la parabola di Arturo, interpretato dall’attore partenopeo Vincenzo Nemolato, che lentamente si ritrova a vivere, con toni esilaranti e stratificati, la realtà circostante fuori sincrono. Ciò porterà il personaggio, e lo spettatore, a riconfigurare vari livelli di significazione, dal tempo allo spazio, passando per i suoni.
Una tre giorni stimolante e un’offerta formativa gestita con una convergenza contenutistica che ha appassionato il pubblico portando anche riflessione e analisi. Dinamicità e trasversalità iniziano dunque ad essere le principali caratteristiche del Goga Film Festival.