Ho bisogno di tornare in mare prima di domani mattina, altrimenti ho paura che mi trovino e che mi facciano a fette – Il capodoglio è impossibilitato a muoversi e il nostro eroe dai capelli rossi non sa come comportarsi – Ma io cosa posso fare? Sono solo un bambino … In realtà Octave di coraggio ne ha da vendere e non si fa problemi durante le proprie storie a raccontarci del disgusto per i pesci, dell’odio profondo verso la scuola e del fatto che odi la pioggia. Ma lo si perdona: il piccolo ha sofferto tanto, discende da una famiglia di pescatori e ha perduto il padre in quelle acque che ogni mattina osserva dalle finestre della sua casetta, adagiata sulla roccia nella parte più a Ovest dell’isola di Avel.
Il trauma infantile diventa l’incipit emozionale per scardinare e far proliferare la curiosità, la generosità e l’istinto del piccolo Octave in un mondo governato dalla natura, dagli animali e da figure putative che via via indicano i “percorsi” formativi. Da qui il salvataggio di un enorme capodoglio, la solidarietà verso una preoccupata orata, l’amicizia con un buffo pinguino e il viaggiare tra le nuvole in compagnia di una sula bassana. A ogni animale e a ogni nuova avventura si associa una precisa stagione: da qui i colori differenti, le sfumature che cambiano e che vengono governate dai movimenti di Octave, che ci mostra, con ingenuità e determinazione, un vocabolario infantile ricco di simbologie.
Tante le tematiche, dalla memoria all’amicizia, passando per la volontà di disubbidire alle regole per una buona causa, fino ad arrivare alla presa di coscienza, da parte di una fruizione trasversale, che anche un bambino può introdurre a una riflessione costruttiva e partecipe riguardo al nostro contemporaneo. Molto efficaci inoltre gli intermezzi in cui il protagonista sogna e interroga il suo subconscio; sono questi i “campi medi” in cui alle tonalità accese e decise vanno ad affastellarsi colori meno marcati con pennellate lietamente chiazzate.
Tutto questo è racchiuso nella graphic novel di Tunuè, Octave, per la collana Tipitondi, degli autori David Chauvel, Alfred e Walter. Con dialoghi eleganti, efficaci e mai banali i quattro racconti originali puntano a conquistare il mercato degli adolescenti italiani, senza tuttavia far mancare spunti e nuclei riflessivi anche per un target più maturo e consapevole.