Le ultime due giornate del Festival sono state caratterizzate da una molteplicità di eventi che hanno avuto il loro focus su determinati argomenti. Sabato otto agosto lo sguardo degli organizzatori si è stabilizzato sul tema della Resistenza con un dibattito tenutosi al Cinema Teatro e la proiezione del documentario Dal ritorno di Giovanni Cioni, in cui lo spettatore ottiene un filo diretto con un militare che racconta l’orribile detenzione nel campo di concentramento di Mauthausen. Giornata che ha visto anche la proiezione dell’atteso e discusso Pasolini di Abel Ferrara, con Willem Dafoe nei panni dell’intellettuale friulano; film gestito, soprattutto nella parte iniziale, con un registro autoriale forte e concentrato e che tuttavia si perde in alcuni eccessivi rivoli grotteschi nella sua parte finale. Alla sera l’attenzione è stata rivolta al film di Riccardo Rossi, presente a Casacalenda per incontrare il pubblico, La prima volta di mia figlia, in cui emerge il rapporto tra una figlia adolescente e il suo papà, preoccupato eccessivamente per la prima esperienza amorosa della ragazza e deciso ad intervenire in maniera goffa e impacciata. L’ultimo giorno si è caratterizzato, alla mattina, per un interessante dibattito sul rapporto dei festival con il territorio, considerando che MoliseCinema ha nel suo DNA una forza nel legame con il territorio e con tutti i frammenti che lo caratterizzano: dal rapporto con la popolazione locale ai cibi tradizionali, dalla scoperta degli artisti molisani alla valorizzazione del particolare. Poi la sezione Paesi in lungo. Concorso è stata caratterizzata dalla proiezione del film Vergine giurata di Laura Bispuri, in cui un’ispirata Alba Rohrwacher da vita ad un personaggio carico di forza espressiva e forza ideale che, per sfuggire alla sua condizione di moglie abbandona le montagne dell’Albania diventando un soldato e andando incontro ad una vita dalle mille incognite. Alle 21 invece è stata la volta di La terra dei Santi di Fernando Muraca, un film che ci è piaciuto molto sia per modalità di racconto che per stile autoriale. Due donne, un magistrato e la moglie di un affiliato all’ndrangheta, diventano il Virgilio visivo che ci fa comprendere le difficoltà di un posto gestito dalla criminalità organizzata. Murata utilizza filtri particolari di ripresa, con tonalità grigie, scure che esaltano i corpi, dotandoli di plasticità mentre i dialoghi, misurati ma graffianti, non albergano la retorica viceversa chiariscono ed esaltano i sentimenti dei personaggi. Bravissima l’attrice calabrese Daniela Marra, che interpreta il personaggio di Assunta la moglie, capace di recitare con grande forza espressiva e passando dal registro drammatico al registro tragico con venature anche di ironia in alcuni frangenti. A chiudere la settimana ci ha pensato poi Uccellacci Uccellini di Pasolini, chiudendo, anche simbolicamente, il cerchio sotto le stelle d’agosto.
Il bilancio di questa tredicesima edizione è più che positivo, considerando i personaggi che hanno avuto il piacere di arrivare a Casacalenda, da Nanni Moretti a Edoardo Leo, da Vishakha Singh a Giulio Manfredonia, solo per citarne alcuni, e che si sono integrati nella perfetta macchina organizzativa che ha alternato chirurgicamente vari contenuti arricchendo il festival anche con il focus sul cibo in dialettica con le tradizioni del territorio. Alla luce di quanto raccontato e vissuto non resta che attendere l’anno prossimo con l’augurio magari di trovare un nuovo grande autore pronto per l’inaugurazione delle kermesse: magari un Sorrentino o un Garrone?A Casacalenda si può.
Palmarès MoliseCinema2015
Frontiere – Premio Giuseppe Folchi: Napolislam di Ernesto Pagano
Paesi in corto: Listen di Hamy Ramezan e Rungano Nyoni
Percorsi – Corti italiani: Child K di Roberto De Feo e Vito Palumbo
Premio del pubblico: Due piedi sinistri di Isabella Salvetti.