Quando arriva il giro di boa, ecco che tutti gli istinti sembrerebbero prendere il sopravvento sulla ragione, a costo anche di non rendersi conto del valore delle piccole cose. In un mondo borghese fatto di memoria e tempo che scorre, qui il protagonista sembrerebbe avere un unico pensiero fondamentale in testa e il mondo che si muove intorno, che lo sfiora e lo avvolge, vorrebbe invece tutto il contrario.
Il ristoratore Max fra tre giorni compie sessant’anni. Il problema è che il nostro è avvolto dalla depressione, visto che è sull’orlo della bancarotta e ha deciso di vendere la sua casa al mare, teatro di dolci ricordi e alcova di significati profondi. A rovinare il suo convinto desiderio di solitudine ci pensano gli amici di vecchia data, che piombano, con prole e affini al seguito, per festeggiarlo dopo tre anni di dissapori e incomprensioni proprio nel luogo tanto caro. La sorpresa, mal digerita quanto irritante all’inizio, diventerà tuttavia un’occasione per Max per riavvolgere il nastro dei suoi ultimi tempi, immaginando non più una via di fuga dalla realtà quanto un’occasione per dover per forza di cose ricominciare a vivere.
Il plot gioca tutte le sue motivazioni sul perno Max; quest’ultimo fa ruotare poi le varie traiettorie dei tanti personaggi in quadro. Gli amici si muovono in questo luogo vacanziero recuperando aspetti del passato e chiacchierando amabilmente tra un bicchiere di vino e del sesso sporadico. Giocando sui toni della tipica commedia francese, fatta di battute eleganti e sottile ironia, i caratteri che emergono ci raccontano di un gruppo di quarantenni che lambiscono continuamente desiderio represso e frustrazione, presa di coscienza e rimpanto. Tra questi abbiamo caratteri molto stereotipati e ben istruiti a edificare il mondo borghese, di fatto l’attore di successo, la donna radical di talento perennemente frustrata, la coppia separata con figlio a carico e il nuovo amante di lui e via discorrendo. La storia si mantiene con un buon ritmo e buone trovate a incastro salvo poi presentare un finale molto prevedibile, con il protagonista che chiude un cerchio sofferto.
Non lasciatevi ingannare dalla traduzione italiana, in realtà questa commedia, sequel di Piccole bugie tra amici, è un inno al ritrovarsi e al comprendersi anche a distanza di tempo. Le bugie servono solo a creare degli inneschi narrativi ma lasciano poi il campo alle varie verità esistenziali. Un film godibile e ben strutturato dall’andatura lineare quanto coerente.